Incontrarsi a tavola, anche per fare ceramica

Ci piace definire la tavola come il più antico, ma tutt’altro che obsoleto, social network del mondo.
Ed è una tavola, o meglio, l’idea di stare insieme intorno ad essa, che unisce in questa storia cibo e ceramica.
Una storia ambientata a Nove, cittadina dalla storica tradizione legata alla ceramica da tavola a meno di 30 km da Vicenza, dove da 3 secoli si produce e che oggi, dopo la crisi, ha saputo rinnovarsi ed imporsi nuovamente sul mercato internazionale grazie all’impulso dato della nuova generazione di imprenditori.

La tavola in questione è quella di Emanuel Lancerini, imprenditore dell’ospitalità e della ristorazione, ma soprattutto agitatore culturale, costruttore di network, artefice di occasioni pensate per artisti e artigiani di Nove, la città in cui è nato, e dove ha deciso di tornare. Figlio di ceramisti, la sua è una vicenda simile a quella di tanti amici e coetanei: scappa dall’unica prospettiva lavorativa del territorio, per poi tornare ad abbracciarla con una nuova energia.

A pochi passi dal centro storico, Emanuel ha fondato con la sua famiglia Le Nove, hotel di design, su 5 piani: dalla hall contemporanea al ristorante che si affaccia sui colli circostanti. Un luogo pensato per il viaggiatore di oggi, ma dall’animo antico e dalla vocazione particolare.  La ceramica è la storia di Nove da 300 anni e l’hotel la ritrova nel suo DNA. Per questo motivo è disseminato in ogni angolo di opere di artisti e artigiani locali, allestite per dialogare con pezzi di design e di arredo, e organizza eventi e mostre dedicati all’arte e alla maestria legate a questo nobile materiale.

Periodicamente qui, riprendendo antichi rituali, ci si siede tutti insieme intorno ad un unico tavolo, anzi due: uno per consumare una cena e uno per fare ceramica. Due grandi tavoli da condividere per riappropriarsi della propria storia locale.

Cosa unisce più del cibo? E’ con questa semplice domanda che insieme a Marco Biasiucci e Romina Cortese, maître e chef di Momi, ristorante dell’hotel, si è ripensato il calendario degli eventi. Perché non unire il piacere del cibo, quello del vino a quello dell’utilizzo della ceramica da tavola prodotta a Nove? Nasce così nel 2016 l’idea di Social Table Dinner: riunire intorno ad un unico grande tavolo le eccellenze del territorio: non solo quelle enogastronomiche, ma anche quelle legate all’artigianato, al design e alla moda.

Recuperando la classica cena a tema si sono organizzati oltre 20 appuntamenti: dalle ciliegie all’olio di oliva, passando per il baccalà e i funghi, costruendo un viaggio nelle specialità del territorio, con libere incursioni anche oltre confine, per un pubblico che, grazie anche al prezzo fisso e contenuto, è molto giovane e affezionato. Ogni volta la tavola è allestita con ceramiche locali e vengono invitati a parlarne, tra una portata e l’altra, gli artigiani che le hanno realizzate, insieme ad altri ospiti che raccontano la serata con la competenza del loro essere produttori o esperti, ma con tutta la leggerezza possibile, perché l’obiettivo finale è sempre stare bene.

Noi di Fame Concreta abbiamo vissuto la serata dedicata ai formaggi francesi, e i racconti di Giuseppe Frigerio, miglior spacciatore di formaggi d’oltralpe del territorio veneto, si sono alternati a quelli di Carlo Venzo di VBC sulle produzioni dei piatti usati durante la cena, e di Christian Pegoraro di Bottega Nove (che ha recentemente realizzato una grande parete per la Food Hall di Harrods), i cui vasi arricchivano l’allestimento, complementare al bancone del bar, sempre ovviamente in ceramica. Protagonisti delle precedenti serate sono stati artisti come Pol Polloniato, Terenzio Sonda e sua figlia Chiara, Pesce Rosso; designer come Linea Sette, Punto Soave. Non poteva mancare un grande esperto di ceramica come Nadir Stringa, che ha animato una serata dedicata alle zuppe, servite nelle tipiche zuppiere zoomorfe, inclusa quella a forma di rana realizzata a Nove per il film di Ermanno Olmi “Lunga vita alla signora”.

Parallelamente e specularmente al piano terra dell’edificio costruito nel 2012, ogni mese si ospita il collettivo Sbittarte, in un grande tavolo dedicato esclusivamente ad una delle forme di artigianato piu radicate nel territorio: la decorazione ceramica. La storia locale tramanda vecchie tradizioni e così come accadeva nelle fabbriche di un tempo, in cui gli apprendisti sedevano di fianco ai maestri per osservare le tecniche e farle proprie, oggi la hall dell’hotel ospita questo momento conviviale, curandone con il proprio stile gli allestimenti, il bar e la musica.

Sbittarte è un gruppo che da circa una quindicina d’anni si incontra settimanalmente per dipingere su maiolica, nel territorio tra Bassano, Marostica, Nove. La sua filosofia, come si intuisce dal suo nome, è “non competizione, mancanza di giudizio, mancanza di obiettivo come obiettivo”, manifestando in modo urgente la necessità di creare. Il veicolo principale di questo flusso è la pittura su maiolica, praticata in gruppo, anche a più mani sullo stesso oggetto, e specialmente da chi non è ceramista.

Anche questo è diventato un classico appuntamento, dove cittadini di ogni età popolano la hall mescolandosi agli artisti. Aprono la serata le famiglie con bimbi, seguiti da giovani per l’aperitivo, raccogliendo un pubblico molto variegato. Artisti come Pol Polloniato, Nicolò Morales, Fabio Baggio Bajo, Angela Di Folco, Stilnove, ceramisti, ma anche pittori, illustratori, designer, non mancano di intervenire lavorando a fianco dei partecipanti, per diffondere in modo ludico le antiche tecniche ereditate dal sapere popolare ed artigianale del territorio. 

Anche quando non ci sono eventi, lo spazio dell’hotel resta una straordinaria fotografia della creatività del territorio, con la sua collezione permanente che va dai grandi maestri come Alessio Tasca e Cesare Sartori, ai loro discendenti come Vittore Tasca, Vania Sartori e Toni Bonaldi, racconta di capostipiti come Giulio Polloniato e di discendenti come Pol Polloniato, presenta l’attualità con i più giovani come Francesco Ardini, Mirco Marcolin, Mario e Luigi Bertolin.

Non manca anche di proporre mostre temporanee, come Toki Takai, aperta fino al 31 gennaio 2019, e dedicata a Terenzio Sonda