LODI

Una costante di questo nostro viaggio nella penisola è scoprire le origini antiche della tradizione ceramica. Anche a Lodi questo materiale si lavora da secoli, per l’esattezza già in epoca romana.

Vi invitiamo a visitare la sezione archeologica del Museo Civico per vedere i reperti degli scavi, testimonianza di un artigianato locale che produceva in particolare lucerne e statuette votive.

È di epoca medievale poi l’applicazione della ceramica in architettura, con un ornato in terracotta. I decori più interessanti sono quelli che nel rinascimento abbelliscono chiese, ospedali, chiostri, portali.

Terrecotte con ingobbio e graffite sono invece tipiche della produzione del XV secolo di uso quotidiano. 

Soggetti popolari fungevano da decori nei classici colori metallici: verde ramina, blu di manganese, blu zaffera, giallo antimonio.

È però nel XVI e XVII secolo che le ceramiche locali espandono la loro fama al di fuori del territorio lodigiano. Si deduce una loro esportazione, e una loro elevata qualità e ricercatezza, dai commenti negativi sugli alti dazi da pagare sulle maioliche provenienti da Lodi.

Nel 1641 nasce la fabbrica di Giovanni Coppellotti che, portata avanti dagli eredi fino al tardo 1700, e insieme alla Ferretti, contribuisce alla creazione del secolo d’oro della produzione maiolica lodigiana.

Una produzione caratterizzata dall’ornato blu di Delft a gran fuoco e dal piccolo fuoco, una nuova tecnica di decoro, che permette le decorazioni floreali, tuttora distintive dell’arte artigiana locale.

Granone, Mascarpone e Panerone sono i nomi dei formaggi tipici di Lodi, cittadina che vanta – oltre a quella ceramica – anche un’altra grande tradizione: quella casearia. Va da se che i formaggi, da queste parti, fanno parte delle tante ricette di cucina tipica che sono appunto servite nei piatti e servizi per la tavola che hanno decori tradizionali legati alla storia ceramica di Lodi.

Minestre, zuppe, verze e rape e la cassœula, la tipica ricetta lombarda che deve il suo nome alla casseruola nella quale era preparata; un piatto povero che veniva fatto con ciò che rimaneva del maiale dopo la macellazione: tagli di carne che venivano usati per questo piatto avevano lo scopo di insaporire la verza (che in inverno doveva ave preso il gelo per disfarsi meglio in cottura) ingrediente principale della cucina popolare lombarda del tempo. Ma anche frittate alte, polenta, carni in particolare di pollo e faraona.

E poi, il piatto locale più famoso di tutti, ossia il Risotto alla lodigiana: che viene preparato con la Salsiccia di Lodi DOP, peperoni tritati e un pizzico di zafferano e mantecato con burro e Granone grattugiato.

C’è anche un dolce tipico, si chiama Tortionata ed è una torta di mandorle e miele che vanta antiche origini: la ricetta è stata codificata nel 1885 dal pasticcere lodigiano Alessandro Tacchinardi ma presumibilmente risale al tardo medioevo. Si accompagna con la crema lodigiana al mascarpone, che qui chiamano la pucia dulsa, che è deliziosa anche con il panettone.

Nella foto:
Ceramica Artistica Lodigiana “Vecchia Lodi”
Zuppiera tradizionale con piatto
Larghezza cm 43, altezza cm 28 lunghezza cm 48
ph Gruppo Fotografia Aula 21